Mio lavoro in tipografia
Dall’osservazione nei vari reparti (prestampa, montaggio, sviluppo delle lastre) avevo acquisito le nozioni necessarie per capire il processo della stampa. Ma non essendo esperto, lasciavo fare i lavori dagli specialisti. Per i lavori della editrice pensavo io stesso per la impaginazione di molti libri, usando il programma PageMaker e talvolta anche In Design.
Mi ero invece specializzato per i lavori meno impegnativi e soprattutto per i quaderni e per le basse tirature di libri al di sotto delle 500 copie che stampavo al risografo. Io stesso facevo il montaggio dei quartini o ottavi su un tavolo luminoso. La stampa col risografo non veniva mai precisa. Per queste stampe pensavo direttamente io a tutte le fasi di confezione: raccolta, spillatrice o brossuratrice.

Per ridurre i costi specialmente dei lavori della editrice, aiutavo volentieri secondo le mie capacità anche in tipografia. Ma il mio aiuto era soprattutto nel dopo stampa, nella confezione e nell’allestimento. Imparai a manovrare la spillatrice per i quaderni, la piegafogli, la cesoia e la taglierina elettronica programmabile, la brossuratrice e la vecchia macchina rumorosa e pericolosa per il taglio trilaterale dei libri.

Il lavoro in tipografia ha completato la mia conoscenza dell’iter del libro: Ora sapevo come il libro nasceva, dalla concezione dell’autore, alla scrittura, all’impaginazione, la correzione delle bozze, la prestampa, il montaggio, le lastre, la stampa offset, la piegatura dei fogli, la raccolta, la brossura, la rifilatura, l’imballaggio fino all’immagazzinaggio.
