Ripensamento

La scossa della salute

L’età avanza e ce ne accorgiamo poco alla volta, adattandoci alla situazione.  Incominciano ad apparire gli incomodi e i fastidi. Si ha bisogno del medico, del dentista, dell’oculista, dell’epatologo, delle analisi, dei controlli e delle medicine.

Non avevo mai dato molta importanza a certi inconvenienti fisici. Fu durante il periodo delle benedizioni pasquali che mi accorsi della fatica a salire le scale, dell’affanno che provavo e del dolore al petto che talvolta diventava acuto e anche preoccupante. Una mattina, verso la fine di gennaio, stavo per partire per portare la benedizione alle famiglie, ma sentendo un dolore più forte del solito, volevo desistere, quando il mio collega viceparroco don Fabio mi propose di portarmi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Nottola.

Mi fecero vari controlli tra cui anche l’elettrocardiogramma e mi trattennero per un paio di giorni  nel reparto di cardiologia decidendo poi di inviarmi ad Arezzo per un intervento di ecografia intravascolare e angioplastica coronarica, eseguito il 30 gennaio 2020, vigilia della festa di don Bosco.

Ancora nel viaggio di ritorno, sull’ambulanza che mi riportava all’ospedale di Nottola, ricevetti una telefonata del vescovo e del parroco, preoccupati più che della mia salute, delle conseguenze per la mia efficienza pastorale.
Questo mi fece capire che iniziava per me un periodo di maggiore riguardo per la salute e di indebolimento delle mie forze con le relative conseguenze.

 Nuova proposta del vescovo

Durante gli Esercizi spirituali interdiocesani tenuti a Marina di Lucca a inizio marzo, il vescovo mi ha avanzato la proposta di nominarmi delegato diocesano per l’ecumenismo. La proposta mi fece riflettere a lungo sulle potenzialità che potevo avere per questo incarico e, avendo sua eccellenza già trasmesso il mio nominativo alla CEI, ricevevo già comunicazioni e proposte per incontri a livello regionale e nazionale. Se da un lato la proposta mi allettava, avendo avuto un po’ di esperienza con gli ortodossi, dall’altra parte la consideravo inadatta perchè dentro di me pensavo per il mio futuro ad un’altra decisione.
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Maturazione di una importante decisione

Nonostante la successione di tre diversi parroci in pochi anni, il mio impegno pastorale in parrocchia continuava alternando gli impegni di celebrazioni nelle varie chiese: Colleggiata di san Martino e Costanzo o Santa Flora, Madonna del Rosario e Montefollonico, con la cura quasi mensile del Notiziario parrocchiale, dentro di me stava maturando una decisione che nasceva dalla nostalgia del mio passato di religioso, dalla riflessione sulla deviazione fatta di uscire dalla Congregazione per entrare in diocesi e da miei personali problemi di relazioni. In tutto questo aveva il suo peso anche il mio stato di salute, l’anzianità, la vita in solitudine di questi anni e il pensiero del termine della vita.

Il desiderio di “tornare a casa”, di riprendere la vita in una comunità di fratelli, di seguire la mia vocazione di religioso che avevo professato oltre sessant’anni prima, si coniugava con le scarse e incomprensibili relazioni interpersonali in parrocchia. Tutto questo si concretizzò nella decisione di interrompere anzitempo l’indulto che mi aveva portato alla convenzione tra i miei superiori religiosi e la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza. L’indulto prevedeva la durata massima di cinque anni, e avrebbe potuto continuare giuridicamente ancora per altri tre anni, concludendosi o con un inserimento automatico in diocesi o con la decisione di interruzione che io ho preferito anticipare.

Ultimo mio saluto

La mia partenza il 30 giugno 2020 chiude questo periodo della mia vita. Qualcuno si è accorto che sono sparito: sì sono proprio andato via da Torrita. Ho voluto ritirarmi in silenzio, senza saluti ufficiali, come era avvenuto quando arrivai a Torrita quattro anni fa (16 novembre 2016) e il vescovo mi aveva affiancato a don Valentino per sostenerlo nella sua infermità. Ora che la parrocchia è saldamente nelle mani di un giovane prete intraprendente, il mio aiuto risultava alquanto superfluo.

L’età che avanza (sono sulla soglia degli 80), la diminuzione della piena efficienza fisica e, non ultima, la preoccupazione del mio avvenire, mi hanno fatto riflettere sul mio futuro e portato alla decisione di abbandonare la diocesi e la parrocchia per rientrare nella mia Congregazione dove spero di trascorrere i miei ultimi giorni in un ambiente a me più familiare.

Il ricordo resta

Naturalmente, lasciando Torrita non vuol dire che dimentico tutti e tutto. Conservo e porto con me la stima e l’affetto di molte persone che hanno usufruito del mio ministero sacerdotale. Alle intenzioni che ogni giorno ricordo nelle mie celebrazioni, aggiungo anche tutti quelli che sono riuscito a conoscere in questi anni e su tutti estendo la mia benedizione. Vi lascio nelle buone mani di zelanti pastori ai quali auguro tanti frutti e molta soddisfazione…

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