Centro di Documentazione audiovisiva

Gli audiovisivi furono il mio primo campo di lavoro. Nel 1970, quando io arrivavo alla LDC stava per partire per Roma don Andrea Pauliny, zelante sacerdote slovacco, che era stato per anni direttore del settore filmine. Avrei dovuto succedergli e lui mi diede le consegne introducendomi nel lavoro da fare. Per entrare a far parte del personale del CCS dovevo avere nozioni generali di catechetica partecipando ad un corso biennale. Durante l’estate fui inviato a Bari a frequentare la prima parte del corso per formatori dei catechisti, mentre il secondo anno lo frequentai settimanalmente a Milano. Durante il mese trascorso a Bari, ci fu un ripensamento da parte della direzione e quando tornai a Leumann, mi comunicarono il mio nuovo lavoro, non come direttore, ma come segretario tecnico del settore audiovisivi. Avrei dovuto organizzare un Centro di documentazione audiovisiva. Mi misi al lavoro incominciando da zero, organizzando quanto trovai sparso e poi facendomi arrivare sistematicamente cataloghi di editrici di audiovisivi.
Esaminavo il contenuto e ordinavo, magari con scambio di materiale, quanto mi pareva interessante dal punto di vista catechistico o tematico. Arrivai così a costituire una vera diateca, e filminoteca. Per facilitare la visualizzazione di questo materiale inventai le cartelle sospese per classificatori con asta metallica rigida. Ogni cartella aveva 24 tasche per inserire le diapositive. Le cartelle potevano così venire visualizzate appoggiandole sul tavolo luminoso di lavoro. Organizzai anche l’archivio dei relativi libretti e mi inventai una schedatura di questo materiale “non stampato” (NBM), anticipando poi quello che sarebbe diventato il mio lavoro di bibliotecario all’UPS.
Organizzai pure un archivio di altro materiale visivo come i cartelloni e le foto-serie. Di queste negli ultimi anni, vedendo che si stentava a venderlo, ideai un catalogo stampato che riproduceva in mezza pagina tutta una serie di 16 o 20 foto rimpicciolite. I fascicoli dovevano uscire mensilmente sulla rivista di catechesi (in un anno si sarebbero ripresentate tutte le serie di foto e di quadri catechistici e biblici, fotomontaggi, parole-messaggio, ecc.). Gli inserti potevano poi venir poi raccolti in un catalogo visivo, molto utile per chi voleva utilizzare il materiale visivo per bacheche o cartelloni catechistici o liturgici[1]. Purtroppo, tutto il lavoro di montaggio non servì a nulla per la gelosia del direttore dell’ufficio pubblicità che si sentiva soffiata una idea interessante. Tutto il materiale visivo giacente in magazzino del valore di due miliardi, si preferì inviarlo al macero!!!

Accanto alla documentazione audiovisiva di produzione terzi, ho organizzato anche l’archivio degli originali fotografici, vera ricchezza della LDC. Poco alla volta riuscii a convincere il signor Chiesa che possedeva un proprio archivio, a consegnarlo all’archivio centrale della LDC, da cui attingeva sia il settore audiovisivi per i diapo-montaggi, sia l’editrice LDC per le illustrazioni di libri e catechismi.
Sempre per il principio della visualizzazione degli audiovisivi ai clienti, proposi e inventai un campionario delle varie serie di filmine e diapositive, da tenere esposto in ogni libreria (20 campioni) a disposizione dei clienti che volessero visionare le serie di diapositive prima dell’acquisto[2].
[1] Mi ricordai di questa esperienza nel 2011, quando fui bibliotecario all’UPS per la seconda volta. Avendo ristrutturato il seminario di Catechetica, ritrovai molto materiale audiovisivo, in gran parte della LDC, che intendevo far inserire nella biblioteca come importante documentazione storica didattica. Ottenni per questo anche un finanziamento da una fondazione tedesca. Purtroppo questo progetto non fu realizzato per due motivi: per il mio trasferimento e per la cortezza di vedute dei responsabili che preferirono deviare questo finanziamento verso altri progetti.
[2] Come anche per il catalogo del materiale visivo stampato, ero profondamente convinto che non si può vendere questo genere di materiale audiovisivo, senza poterlo visionare. Per lo stesso motivo mi ero reso promotore della partecipazione attiva alle fiere ed esposizioni di settore.
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