Il diaconato

29 giugno 1969 Ordinazione al Diaconato. Questa avvenne solennemente nella basilica di Benediktbeuern alla fine di giugno.
Il mio primo servizio come diacono fu nella parrocchia stessa di Benediktbeuern in occasione delle Prime comunioni. A febbraio feci come tutti gli altri un mese di tirocinio diaconale e io fui destinato alla parrocchia salesiana di Aschau am Kraiburg, nel cui territorio c’era anche il villaggio di Waldwinkel, dove aveva studiato il mio amico Martin Witkowski. Per una settimana rimasi solo, perché il parroco P. Fritz ne approfittò per fare un corso di Esercizi. Ricordo la predica della prima domenica di Quaresima. A Pasqua feci l’esperienza di servizio diaconale presso la Missione Cattolica Italiana di Zurigo. Qui amministrai anche diversi battesimi, il primo dei quali in clinica ad un bambino nato con delle deformazioni al cuore.

Tra le diverse pratiche, il professore di omiletica ci proponeva una esercitazione di predicazione: tirò a sorte un elenco di festività o ricorrenze nelle quali ognuno di noi a turno doveva prepararsi una predica. A me toccò in sorte la festa di s. Maria Domenica Mazzarello, cofondatrice con don Bosco dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. I miei compagni tirarono un sospiro di sollievo. Come italiano potevo accedere anche alla letteratura salesiana nella mia lingua e perciò riuscii a mettere insieme la mia prima predica. La studiai a lungo calcolandone la durata, curandone la pronuncia e l’espressione e poi, al momento opportuno, non senza trepidazione lessi in pubblico la mia composizione. In seguito potei riutilizzarla io stesso e anche imprestarla a p. Schwarz, superiore all’UPS, poi nominato vescovo in Austria.
Nell’ultimo anno di teologia, i miei compagni suggerirono di poter fare alcune esperienze pastorali come quella che si organizzò presso l’ospedale di Penzberg. L’esperienza di servizio veniva svolta il sabato e la domenica per due mesi. A me toccò il reparto di medicina. Imparai a fare le iniezioni, a pulire gli ammalati e un giorno mi toccò pure di trasportare un morto.
Io proposi un corso di dizione per saper proclamare bene la Parola di Dio nella liturgia, con la pronuncia chiara, corretta e distinta. Il direttore di una scuola di attori di Monaco, assieme alla figlia, ci tenevano le lezioni la domenica, dopo averci divisi in due sezioni: tedeschi e stranieri. Tra questi ultimi furono classificati – nonostante le loro proteste – anche gli austriaci!
Durante quest’anno ho fatto anche un corso di lettura dinamica. Il corso ci veniva ripetuto da Fritz Heimler, fratello di padre Heimler, che poi nel 1998 diventò vescovo in Brasile. Egli l’aveva frequentato durante l’estate e trovava una cosa utile. Con vari esercizi mnemonici di comprensione del testo, arrivavo a leggere testi in tedesco con la velocità di 3000 parole al minuto e una comprensione attorno al 50%.

Verso la fine dell’anno decidemmo di comune accordo che chi non sapeva ancora guidare, doveva prendere la patente di guida per la macchina, ritenuta cosa utile e necessaria per il nostro futuro lavoro. Per questo andavamo a Penzberg, distante circa 6 km. La scuola guida durò un mese (30 aprile) e dopo diverse ore di pratica (minimo 14) e un corso di pronto soccorso (6 ore) potei ricevere subito dopo l’esame, la patente il 2 giugno. Poco dopo potevo già andare in Italia per le elezioni con la mia patente in tasca. In Italia in seguito me la trascrissero assegnandomi la C.