Preistoria
Avviato il processo di automazione nella Biblioteca, una delle esigenze prioritarie era quella di fissare un termine ultimo per il completamento del catalogo. Dall’analisi del tempo medio occorrente per la schedatura di un libro, furono fatti dei calcoli per prevedere il tempo necessario per immettere tutto il catalogo.
Le previsioni furono fatte in vista dell’inaugurazione della nuova Biblioteca il cui tempo di costruzione veniva calcolato in 4 anni. Fu indicata una quantità di 50.000 volumi all’anno per iniziare, sperando di poter contare in seguito su un’accelerazione del processo di schedatura con la possibilità di copiare da altre biblioteche della rete URBE.
Il progetto per il catalogo
- – Per raggiungere la quota di 50.000 volumi all’anno occorrevano almeno 6 schedatori in aggiunta al personale impiegato e salesiano.
- – Per ottenere il massimo rendimento usufruendo di forze fresche, si optò per 12 persone part-time.
- – Prevedendo un addestramento proprio del personale in vista di una selezione accurata, si scelsero in maggioranza persone di primo impiego, provenienti direttamente dagli ultimi corsi di biblioteconomia presso la Scuola Vaticana.
- – Per il compenso si calcolò una base oraria attorno alle 10.000 £. (Costo medio di ogni libro sulle 2.500/3.500 lire circa). La media di schedatura calcolata su una larga base di esperienza era di 3 libri/ora (media molto alta a confronti con altre situazioni).
- – I costi, per decisione delle autorità competenti, furono addebitati sul conto della nuova Biblioteca, trattandosi di un lavoro che si riferiva alla nuova gestione.
- – il tipo di contratto da fare fu richiesto all’Amministrazione. D. Del Col con apposita circolare (22 nov. 1989) dava istruzioni in merito non solo alla Biblioteca, ma anche ad altri uffici. Sul modello di certificato di ritenuta d’acconto già firmato per la signora Rita Ventura (1 dic. 1989), impiegata in una collaborazione coordinata e continuativa in un lavoro di riordinamento della documentazione delle segreteria generale lui stesso diede l’inizio ad una serie di contratti simili, sempre da lui debitamente firmati, con i vari collaboratori della Biblioteca.
- – Per una migliore e più razionale gestione del lavoro, si sentì presto bisogno, accanto ai catalogatori, di persone meno qualificate in qualità di aiuto-bibliotecari, impiegati in servizi vari e alcuni come supporto per la ricerca, il controllo dei doppioni, la raccolta dei dati, il confronto, la preparazione dei libri, ecc. Il numero di questi aiutanti fu calcolato a dieci. Con loro si pattuì lo stesso tipo di contratto ma con una base oraria attorno alle 8.500 £/ora. Anche questo budget fu debitamente approvato e concesso dalle competenti autorità.
- – Copia di tutti questi contratti fatti dal 1990 al 1992 sono reperibili presso la amministrazione e nella cartella PERSONALE nell’archivio della Biblioteca.
I risultati
– I risultati di questo lavoro organizzato, seguito e controllato sono evidenti: 25.400 libri catalogati nel 1991(inizio ad aprile) e 41.500 nel 1992.
– il clima di lavoro era buono: basta interrogare gli interessati per sapere la loro opinione
– le persone venivano seguite e incoraggiate a collaborare al bene della Biblioteca segnalando quanto potesse essere utile
– c’era un clima di dialogo e di collaborazione anche tra impiegati e personale temporaneo
L’interruzione del progetto
Il contratto con ritenuta di acconto presentava dei problemi.
– i contratti non furono rinnovati per il 1992 e si creò una situazione irregolare, anche se al termine dell’anno l’amministrazione versò la ritenuta d’acconto
– Più volte chiesi all’amministrazione a nome dei titolari di questi contratti il valore giuridico e fiscale di tale tipo di pagamento. La risposta fu sempre rimandata. Fu persino organizzata una riunione assieme al responsabile dell’Amministrazione
– Qualcuno insisteva per vederci chiaro. Fu appunto uno dei lavoratori aiutanti, Roberto Morini a evidenziare la precarietà di lavoro in Biblioteca e ad insistere per regolarizzare la sua situazione lavorativa (cfr. Lettera al Rettore del 28.10.92).
– Questa lettera produsse spavento e il 23 dicembre 1992 mi fu detto di sospendere tutti i lavoratori precari, invitandoli a ritornare il 5 gennaio 1993 per incontrarsi con un commercialista.
– Il commercialista si presentò come incaricato dall’Ente UPS a trattare la questione e per regolarizzare la posizione di tutti propose la creazione di una cooperativa.
– La reazione fu molto diversa tra le varie persone. Alcune reagirono violentemente cercando di coalizzarsi per far causa; Altri chiesero semplicemente di poter parlare con qualcuno dei responsabili; altri ancora ricorsero a me per consiglio.
– Sedici collaboratori hanno sottoscritto una lettera inviata in data 6-11-1992 al Magnifico Rettore dell’Università Pontificia salesiana, di cui riporto qui il testo:
Noi, che collaboriamo all’attività della Biblioteca, coordinati dal Prefetto Don Giuseppe Tabarelli, abbiamo deciso di scriverLe questa lettera ritenendo opportuno chiarire alcune questioni.
Innanzitutto ci dissociamo da qualsiasi iniziativa, assolutamente personale, tesa a rivendicazioni nei confronti dell’Amministrazione dell’U.P.S.
Desideriamo altresì manifestare il nostro appoggio incondizionato al Prefetto Don Giuseppe Tabarelli, alla luce del Suo comportamento nei nostri confronti, improntato sempre alla massima correttezza e trasparenza. A questo proposito vogliamo sottolineare che le modalità del nostro rapporto di collaborazione con la Biblioteca erano chiarissime sin dall’inizio essendoci stata resa nota la momentanea difficoltà economica dell’U.P.S.
Esprimiamo la nostra sincera riconoscenza nei confronti di chi ci ha coinvolti in questo progetto di sviluppo della Biblioteca, fornendoci un’occasione di lavoro e di crescita con lo spirito che contraddistingue l’Ordine Salesiano.
Siamo a disposizione dell’Amministrazione per risolvere i problemi di ordine burocratico nelle forme e nei modi che Lei riterrà opportuno indicare. Con osservanza.
Firmato: I collaboratori della Biblioteca (seguono 16 firme)
– Con tante discussioni e pareri discordi, il gruppo dei collaboratori si sciolse e solo una piccola parte (9 catalogatori), incoraggiata dal sottoscritto, entrarono a far parte della cooperativa “L’Araba Fenice” alla quale fin dal mese di marzo fu affidato l’appalto per un anno per il lavoro di schedatura. (Con la morte di don Zver (19.03.1993), il personale della Biblioteca si era ulteriormente ridotto).
Considerazioni:
Ciò che ha maggiormente esasperato e spiacevolmente sorpreso le persone coinvolte è stata la freddezza, l’atteggiamento anonimo e distaccato, che ha evitato ogni contatto diretto con i collaboratori, lasciando ogni rapporto al commercialista come unico interlocutore.
Sulla situazione vorrei esprimere e sottoporre diverse considerazioni:
- – l’UPS come ambiente ecclesiastico e religioso ha lasciato in queste persone una impressione molto negativa e sconcertante
- – la decisione così drastica, dettata dalla paura, a mio parere, è stata comprensibile, ma esagerata e sproporzionata
- – questa decisione ha troncato ogni relazione con le persone, ritenute pericolose, anche se la maggioranza di esse aveva dimostrato di essere dei collaboratori fedeli e preziosi
- – nessuno si è minimamente preoccupato, né mai più interessato alle conseguenze nefaste di questa decisione per la Biblioteca e il suo progetto
- – la decisione causò un grave danno alla Biblioteca e nessuno si è posto più il problema della ripresa del lavoro, nonostante le mie proteste
- – il commercialista mise subito in chiaro che l’UPS concepiva solo una cooperativa composta esclusivamente da catalogatori
- – Dalla decisione furono esclusi così tutti gli altri lavori (servizio prestiti, controllo libri, inventario manoscritti, ecc.) pur indispensabili al funzionamento della Biblioteca e complementari alla catalogazione, secondo il progetto elaborato con cura
- – sono stati interrotti diversi lavori avviati da tempo e giunti quasi alla conclusione (ricerca sulle bibliografie dei professori, inventario del fondo archivistico, schedatura del settore musicale, selezione e controllo della Biblioteca di Castellamare): questi lavori non sono stati mai più ripresi, rendendo vano il lavoro fatto precedentemente
- – con la separazione fisica del personale della cooperativa dagli impiegati regolari, si è creata una vera e propria spaccatura e incomunicabilità, e invece della collaborazione che si era avviata e incrementata, si è fomentato in continuazione un clima di sospetto e di diffidenza
- – L’incomunicabilità è aumentata dal fatto che da anni non si fanno più riunioni di informazione, comunicazione o confronto sui problemi emergenti o per ascoltare i pareri e suggerimenti. Chi lavora dentro la biblioteca vede tante cose…
- – alle persone licenziate e confinate nella cooperativa si è mentito dicendo che l’UPS non poteva assumere nessuno: da allora sono state assunte invece altre persone, che per di più non avevano alcuna preparazione o formazione specifica
- – il tipo di contratto stipulato con la cooperativa è sicuramente a danno dell’UPS, prima di tutto perché pone a priori un limite economico e quantitativo al lavoro, secondariamente perché stipulato a libro, rischia di far trascurare la qualità
- – non si è studiata alcuna forma alternativa per far avanzare o progredire i lavori
- – non si è ancora pensato ad un progetto per la conclusione della schedatura del pregresso entro un tempo limite (nonostante le insistenze da parte di URBE) (Cfr. Progetto presentato da me a don Giannatelli)
- – la cooperativa non riceve nessun incoraggiamento o riconoscimento per quello che fa, anche se in pratica il lavoro di catalogazione viene portato avanti per l’80% da essa. Viene invece “controllata” e sovente anche ingiustamente messa in cattiva luce di fronte al responsabile, che dal canto suo non è nemmeno in grado di giudicare il suo operato, non possedendo la competenza necessaria.
Il clima di tensione tra i lavoratori della biblioteca, mancando la comunicazione, il contatto e l’intesa, danneggia molto la collaborazione e il lavoro stesso, sprecando anche l’occasione unica nella storia della biblioteca di una revisione ordinata nel passaggio dalla gestione manuale e cartacea a quella informatica.
2.6.1996/cooper.doc/gt
L’atto costitutivo della Cooperativa “L’ARABA FENICE” è stato formulato davanti al notaio Dr. Giorgio Tavassi il 26.02.1993 e registrato con atto notarile rilasciato il 1.04.1993. I soci aderenti alla cooperativa, da nove iniziali, si sono ridotti a 6 già nel 1994 e poco alla volta si sono ulteriormente ridotti. Fino allo scioglimento.
Con l’UPS è stato firmato un contratto di appalto di prestazioni il 5 marzo 1994 e rinnovato ancora il 26 gennaio 1999.