A Venezia in attesa!
24 aprile 1997 con due valigie e una borsa approdavo a Venezia. Ci ero stato alcune volte, ma ora vi avrei dimorato per un periodo abbastanza lungo. Fui accolto sull’isola di S. Giorgio, da don Walter Cusinato e dagli altri 5 confratelli della comunità tutti impegnati nella ospitalità e nei corsi dell’Isre. Parlai della mia situazione e mi dissi disponibile per fare qualcosa. Il giorno seguente feci l’ingresso ufficiale nell’ispettoria. 25 aprile infatti, festa di san Marco, era anche la festa dell’ispettoria che in quell’anno si radunava per festeggiare a Pordenone. Partii così assieme al direttore per il raduno della festa ispettoriale. Vidi per la prima volta l’ispettore e incontrai quei pochi confratelli che conoscevo. Fui anche avvicinato dal signor Davino di Mogliano, coadiutore infermiere incaricato ispettoriale degli ammalati, il quale si prese cura di me e mi indicò le visite mediche che avrei dovuto fare e i relativi controlli.
A Venezia infatti, nonostante la mia disponibilità a inserirmi in un lavoro attivo, venni preso invece come malato da curare. Ogni mese andavo a Villa Salus per fare il controllo del sangue. Il dottore infatti non prevedeva alcuna cura particolare, dal momento che avevo smesso di prendere l’interferone. I valori delle transaminasi ogni mese diminuivano, grazie anche alla dieta che cercavo di seguire e alla cura che si aveva nel cibo.
Approfittai di questo tempo libero per continuare le mie ricerche genealogiche da poco intraprese sulla stirpe dei Tabarelli. Cercai tutti i Tabarelli in Italia dagli elenchi telefonici e inviai oltre un centinaio di lettere per avere informazioni sulle famiglie Tabarelli.
Nonostante il suggerimento dell’ispettore di visitare Venezia, non mi sentivo di uscire per conto mio a fare il turista. Dal momento che ora mi trovavo abbastanza vicino a casa cercai di invitare i miei familiari a venirmi a trovare. Così in quel periodo ebbi diverse visite di parenti. Con loro visitavo Venezia, l’isola di Burano, di Torcello, il Lido.
Nel mese di luglio fui a Mestre dove tre ragazzi russi facevano uno stage presso l’Istituto san Marco e poi presso due ditte di Padova. Mi sono affiancato al chierico ucraino Petrò per tentare di fare da interprete. A questi tre (due ragazze: Inna e Veronika e un ragazzo: Denis) cercammo di rendere la vita interessante e nei fine settimana li accompagnavamo ora a Venezia, ora a fare un giro sulle Dolomiti, mostrando loro le bellezze di Italia. Purtroppo, a parte Denis, le altre due non restarono a lavorare da noi a Gatchina. Furono spese inutili o quasi perché le due ragazze ci abbandonarono quasi subito, andando a lavorare altrove.
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