Dalla LDC all’UPS
Come incaricato delle comunicazioni sociali dell’Ispettoria piemontese partecipavo ogni anno a diversi incontri con gli altri colleghi incaricati ispettoriali e con esperti. Uno di questi era don Franco Lever che lavorava all’UPS in un Centro della Comunicazione sociale. Con lui, trentino come me, entrai in una certa familiarità. Egli era venuto a conoscenza della mia attività a Leumann e da me riceveva tante informazioni che io avevo raccolto soprattutto per il Centro di documentazione audiovisiva. Inoltre poteva avere da me diversi materiali soprattutto per quanto riguardava le registrazioni: nastri magnetici, adesivi per il taglio e il montaggio dei nastri, bobine, cassette, ecc.
Un giorno mi fece la proposta di andare a lavorare con lui a Roma. Io dissi che non dipendeva da me, ma se lì avessi potuto lavorare di più, ci sarei andato. Fu così che nel giugno 1986 ricevetti da don Giannatelli, allora Rettore dell’UPS, un invito ufficiale. Ricordo che lo meditai durante gli Esercizi Spirituali, fatti sopra Lanzo nella casa della diocesi, in compagnia di don Medico, un parroco mio amico, appassionato di audiovisivi. Gli esercizi erano dettati dal card. Ballestrero e io li registravo con un registratore professionale con l’intenzione di pubblicare poi un libro per la LDC.
La proposta di andare a Roma divenne concreta e operativa con una convenzione tra le due ispettorie (ICP e UPS) e il mio direttore don Angelo Viganò mi lasciò andare, rifiutando però la mia proposta di ritornare di tanto in tanto a proseguire il mio lavoro nel campo musicale che venne invece affidato ad altra persona.
10 ottobre 1986, dopo 16 anni di attività a Leumann, ricevo l’Obbedienza per Roma UPS.
Mi affrettai a terminare i mixaggi dei canti della Casa del Padre, che mi avevano impegnato per ben due anni. Lavorando tutta la notte imballai la mia roba in tanti scatoloni che sarebbero poi stati portati a Roma dai corrieri della LDC. Portai via le cose essenziali, ma utili anche al mio futuro lavoro nel campo audiovisivi. Lasciai a malincuore la LDC, ma d’altra parte anche con un po’ di esasperazione per la situazione che si era venuta a formare causa B.B. con tutte le sue pretese (un imbuto che si allargava sempre più verso l’alto).
Arrivato a Roma, era da poco cambiato il Decano della facoltà di Scienze dell’Educazione, il quale non essendo stato informato del mio arrivo, fece qualche difficoltà al mio inserimento nel settore previsto. Negli stessi giorni veniva a mancare don Benotto che era impegnato in biblioteca. Egli desiderava tornare a Torino per questioni familiari.

Avvenne così che, dopo aver fatto per circa un mese delle lezioni sulle registrazioni e il montaggio sonoro presso l’ISCOS, con un tipico scherzo da preti, fui destinato alla biblioteca. Non era questa la proposta che mi avevano fatto.
Dopo tre anni di permanenza all’UPS, avrei dovuto rientrare nella mia ispettoria. Da parte dell’UPS mi si offriva di diventare prefetto della Biblioteca. Chiesta la consulenza a don Viganò Angelo, che nel frattempo era diventato Ispettore della Ispettoria Centrale, gli misi davanti l’alternativa, chiedendogli che cosa lui avesse da offrirmi: riflettendo mi disse di stare a Roma. Solo un mese dopo mi arrivò una richiesta da parte di Radio Incontri del Rebaudengo per l’incarico di vice-direttore. Troppo tardi. Fu rinnovata la convenzione tra le due ispettorie per altri 3 anni, e dopo alcuni anni di apolidismo, venni finalmente incardinato nell’UPS. Lavoravo senza risparmiarmi, a tempo pieno, in biblioteca, impegnandomi sempre a fianco di don Szczerba e sostenendolo nella sua insicurezza, che non era soltanto linguistica.
[1] Vedere più avanti la realizzazione di URBE.