Leumann LDC

Il mio primo campo di lavoro

Il primo campo di impegno, la mia prima destinazione dopo lo studio della teologia, come era previsto, fu Leumann, sede della LDC.  Il nome proprio era  Centro Catechistico Salesiano, un centro di studi e di organizzazione catechistica. A quell’epoca (1970), sotto la direzione di don Angelo Viganò, aveva ricevuto una solida e chiara struttura verticale (per età) ed orizzontale (per tematiche di contenuti) e una valida organizzazione che la fece crescere in prestigio e in sviluppo economico. Appartenere a questa comunità di “esperti” era per me un grande onore. Il mio titolo di appartenenza era la conoscenza della lingua tedesca. Ma dovunque io venni messo, sempre riuscii a sviluppare energie e organizzazione che mi procuravano una sicura posizione. Alla LDC ero arrivato subito dopo la teologia nel 1970 e vi rimasi fino al 1986. In questi sedici anni potei fare esperienza in vari settori, acquistandomi una visione molto più globale di altri.

La comunità della LDC agli EESS di Caselette, predicati dal card. Pellegrino nel 1975. Parte le personale lavorava anche all’Oratorio e in parrocchia.

Incominciai per qualche mese come segretario editoriale. Dovevo seguire le riunioni settimanali del consiglio editoriale e redigerne i verbali. Contemporaneamente ero anche segretario del gruppo audiovisivi. Coordinatore del Centro di documentazione audiovisiva e dell’archivio fotografico. Con don Giuseppe Spigo veniva avviato anche una sezione per seguire la musica distinta dal settore audiovisivi. Dopo la immatura scomparsa di don Spigo il 1. Febbraio 1971, venne affidato a me anche il settore musicale. Partecipavo al Gruppo di studio del Centro Catechistico che si riuniva ogni lunedì, facevo parte del gruppo editoriale che si riuniva ogni martedì, del gruppo commerciale che si riuniva ogni mercoledì, del gruppo audiovisivi. Per un periodo dovetti anche gestire l’ufficio pubblicità. Del resto la pubblicità per il settore audiovisivi veniva già seguita e organizzata da me.

Seguivo l’allestimento degli stampati per il settore audiovisivi (libretti delle filmine, bollini per le filmine, albi per le diapositive, copertine di dischi, fascette ed etichette per le cassette). Provvedevo alle ristampe delle filmine e diapositive, comunicando il numero di copie e stabilendo le urgenze.

Documentazione audiovisiva

Centro di Documentazione audiovisiva

Esposizione di diapositive durante un convegno di catechisti

Gli audiovisivi furono il mio primo campo di lavoro. Nel 1970, quando io arrivavo alla LDC stava per partire per Roma don Andrea Pauliny, zelante sacerdote slovacco, che era stato per anni direttore del settore filmine. Avrei dovuto succedergli e lui mi diede le consegne introducendomi nel lavoro da fare. Per entrare a far parte del personale del CCS dovevo avere nozioni generali di catechetica partecipando ad un corso biennale. Durante l’estate fui inviato a Bari a frequentare la prima parte del corso per formatori dei catechisti, mentre il secondo anno lo frequentai settimanalmente a Milano. Durante il mese trascorso a Bari, ci fu un ripensamento da parte della direzione e quando tornai a Leumann, mi comunicarono il mio nuovo lavoro, non come direttore, ma come segretario tecnico del settore audiovisivi. Avrei dovuto  organizzare un Centro di documentazione audiovisiva. Mi misi al lavoro incominciando da zero, organizzando quanto trovai sparso e poi facendomi arrivare sistematicamente cataloghi di editrici di audiovisivi.

Esaminavo il contenuto e ordinavo, magari con scambio di materiale, quanto mi pareva interessante dal punto di vista catechistico o tematico. Arrivai così a costituire una vera diateca, e filminoteca. Per facilitare la visualizzazione di questo materiale inventai le cartelle sospese per classificatori con asta metallica rigida. Ogni cartella aveva 24 tasche per inserire le diapositive. Le cartelle potevano così venire visualizzate appoggiandole sul tavolo luminoso di lavoro. Organizzai anche l’archivio dei relativi libretti e mi inventai una schedatura di questo materiale “non stampato” (NBM), anticipando poi quello che sarebbe diventato il mio lavoro di bibliotecario all’UPS.

Organizzai pure un archivio di altro materiale visivo come i cartelloni e le foto-serie. Di queste negli ultimi anni, vedendo che si stentava a venderlo, ideai un catalogo stampato che riproduceva in mezza pagina tutta una serie di 16 o 20 foto rimpicciolite. I fascicoli dovevano uscire mensilmente sulla rivista di catechesi (in un anno si sarebbero ripresentate tutte le serie di foto e di quadri catechistici e biblici, fotomontaggi, parole-messaggio, ecc.). Gli inserti potevano poi venir poi raccolti in un catalogo visivo, molto utile per chi voleva utilizzare il materiale visivo per bacheche o cartelloni catechistici o liturgici[1]. Purtroppo, tutto il lavoro di montaggio non servì a nulla per la gelosia del direttore dell’ufficio pubblicità che si sentiva soffiata una idea interessante. Tutto il materiale visivo giacente in magazzino del valore di due miliardi, si preferì inviarlo al macero!!!

Cartelle con diapositive

Accanto alla documentazione audiovisiva di produzione terzi, ho organizzato anche l’archivio degli originali fotografici, vera ricchezza della LDC. Poco alla volta riuscii a convincere il signor Chiesa che possedeva un proprio archivio, a consegnarlo all’archivio centrale della LDC, da cui attingeva sia il settore audiovisivi per i diapo-montaggi, sia l’editrice LDC per le illustrazioni di libri e catechismi.

Sempre per il principio della visualizzazione degli audiovisivi ai clienti, proposi e inventai un campionario delle varie serie di filmine e diapositive, da tenere esposto in ogni libreria (20 campioni) a disposizione dei clienti che volessero visionare le serie di diapositive prima dell’acquisto[2].

[1] Mi ricordai di questa esperienza nel 2011, quando fui bibliotecario all’UPS per la seconda volta. Avendo ristrutturato il seminario di Catechetica, ritrovai molto materiale audiovisivo, in gran parte della LDC, che intendevo far inserire nella biblioteca come importante documentazione storica didattica. Ottenni per questo anche un finanziamento da una fondazione tedesca. Purtroppo questo progetto non fu realizzato per due motivi: per il mio trasferimento e per la cortezza di vedute dei responsabili che preferirono deviare questo finanziamento verso altri progetti.

[2] Come anche per il catalogo del materiale visivo stampato, ero profondamente convinto che non si può vendere questo genere di materiale audiovisivo, senza poterlo visionare. Per lo stesso motivo mi ero reso promotore della partecipazione attiva alle fiere ed esposizioni di settore.

Musica e tecniche audio

Nascita del settore musicale

Arrivato alla LDC nel 1970, trovai a lavorare nel settore audiovisivi soltanto don Bartolino Bartolini e il sig. Severino Fabris. Nel 1971-72 il direttore pensò di creare anche un settore musicale con un addetto specifico che fu don Giuseppe Spigo, proveniente da Verona e che aveva aiutato per un anno l’ufficio editoriale come segretario. Don Spigo iniziò un ufficio musicale al secondo piano del palazzo degli audiovisivi. Come unico strumento aveva un giradischi-amplificatore di proprietà dell’oratorio (egli era anche incaricato delle squadre sportive). Purtroppo don Spigo, nell’estate del 1973 si ammalò di un cancro maligno all’addome che lo consumò in pochi mesi: morì il 1° febbraio 1974. Avevo notato il suo pallore quando nell’agosto precedente aveva partecipato al mio paese alla mia ordinazione. Già durante la sua malattia e poi dopo la morte, il suo settore fu affidato a me. Incominciai così ad organizzare anche questo settore, collaborando per le registrazioni con il maestro don Antonio Fant, ottimo musico.

Strumenti e attrezzature

In fase di mixaggio

Il settore musicale non aveva alcun strumento. Pensai poco alla volta di rifornirlo di un registratore professionale con cui si potessero ascoltare e riprodurre i nastri originali di bobine a 38 cm/s archiviati in un armadio. Le registrazioni professionali le facevamo in vari studi di registrazione a Torino, talvolta anche a Milano o in altre città. Incominciai così a vedere le tecniche di registrazione della musica, di mixaggio. Registravamo musica (canti con basi strumentali) oppure sonorizzazioni di filmine e diapositive. In uno studio mobile di Milano vidi un Revox 700 con 4 ingressi e miscelatore. Pensai che poteva essere uno strumento utile anche per noi e farci risparmiare il costo dei tecnici.

Poco alla volta mi attrezzo e mi specializzo

Dopo un revox professionale, questo fu il secondo strumento che acquistai. Man mano che imparavo nuove tecniche, aumentavo anche la qualità della strumentazione. Nel 1979 ebbi l’occasione di frequentare a Venezia 3 corsi di tecniche sonore di tre giorni ciascuno organizzati e proposti dalla Polynia: registrazione dal vivo, registrazione in studio e sonorizzazioni. Assieme a me, a due di questi corsi partecipò anche Renato Campajola con il quale collaborai poi per anni, avendo lui messo in piedi uno studio mobile di registrazione. Ma per lo più egli veniva come esperto di sostegno, utilizzando noi le nostre apparecchiature. Mi ero procurato una batteria di microfoni professionali, acquistati in blocco per poco dalla Feeling Record, uno studio professionale che aveva chiuso l’attività. Da questo studio acquistai anche uno STUDER professionale per i montaggi. Ero così attrezzato sia per le registrazioni dal vivo che per il lavoro in studio.

Regia di registrazione per i canti della “Casa del Padre” a Torino-Crocetta, con R.Campaiola e d. Fant

Per fare tutta la mole di lavoro (ascolto, montaggi, taglio, mixaggi, duplicazione di master, trascrizione in cassette, ecc.) attrezzai poco alla volta un piccolo studio insonorizzato con banco di 24 canali, un quadro incroci che mi permetteva di collegare qualsiasi apparecchio con gli altri, una torretta di strumenti vari quali sintonizzatori, compressori, filtri sonori, eco, ecc. Per questo studio acquistai anche uno STUDER professionale per i montaggi. Ero così attrezzato sia per le registrazioni dal vivo che per il lavoro in studio. Facevo sonorizzazioni, registravo il commento con attori e speaker professionisti, mixavo il parlato con un sottofondo musicale e infine preparavo i master per la duplicazione delle cassette.

Per le registrazioni fuori studio si trattava principalmente di riprese organistiche: qui iniziai nel 1979 la collaborazione con il M° Arturo Sacchetti, grande organista di molte qualità, che divenne mio grande amico.

Ben 13 anni ho diretto il settore musicale, avendo lasciato nel 1976 quello audiovisivi in mano prima a don Salvatore Putzu, che partì poi per le Filippine, poi a don Gaetano Brambilla e a don Mario Comoglio.

Il settore audio ebbe così un grande implemento e sviluppo sotto la mia direzione. Per primo avviai la produzione non soltanto sotto forma di dischi ma anche di cassette. Sostenevo che i clienti erano diversi e che quindi si poteva e si doveva dare pari possibilità, tanto il costo era uguale. In seguito pensavo anche ad avviare la produzione in CD-Rom ma non feci a tempo a introdurre questo nuovo supporto perché fui trasferito a Roma. Comunque il settore musicale della LDC ebbe il suo apogeo durante gli anni del mio servizio. Poté uscire un primo catalogo delle edizioni musicali LDC con una sua autonomia in cui figuravano le sezioni di canti per bambini, per fanciulli, per ragazzi, per giovani, le edizioni discografiche di musica liturgica, per animazione, di musica classica (organo). Le opere più caratteristiche che editai in quelli anni furono la serie di 11 dischi o cassette di “Forza ragazzi”, 4 cassette di “Tutti in cerchio” per l’animazione giovanile.

Nello studio della Feeling Record a Torino con d. Fant
Registrazione di concerti di campane a Pavullo

Per le registrazioni mi valsi della mia pratica esperienza presso grandi studi di registrazione professionisti come la Fonit Cetra o la Feeling Record di Torino, la Mondial Sound di Milano, ma anche di altri studi di Roma, Sermide (MN), Catania o Bari. Non poche furono anche le registrazioni dal vivo fatte con lo studio mobile e l’assistenza del mio collega Campajola (Studio SMC di Ivrea). Non voglio dimenticare tra le registrazioni per uso liturgico la serie di cassette super 8 e poi di cassette normali prodotte per diverse ditte che curavano gli impianti fonici delle chiese e proponevano, su richiesta dei parroci, anche un sussidio didattico di sostegno per i canti liturgici per le cerimonie in mancanza di organista[1]. Non tutte le chiese avevano un organo o un organista che desse solennità e dignità alle cerimonie liturgiche, come matrimoni, funerali, o anche momenti di preghiera, ma la tecnologia veniva incontro con la musica, canti registrati o brani di musica organistica. Il sussidio era utile per insegnare i canti, per accompagnarli, per sottofondi che creavano una piacevole atmosfera. A chi mi rimproverava per questo sussidio, dicevo che invece di contrastarlo, era meglio insegnare ad usarlo con discrezione e con criterio.

[1] Questo sussidio prevedeva canto e accompagnamento organistico su piste separate bilanciabili in modo da essere usato sia a scopo didattico che a sostegno del canto in mancanza di un organista. Diversi anni dopo, nel 2011, ebbi la sorpresa di scoprire in una chiesa di Guidonia, vicino a Roma, un impianto con le cassette preparate da me venticinque anni prima.

Devo dire per la cronaca e per la mia onestà che dell’abbondanza di strumentazione e di materiale (dischi e cassette) che avevo, non mi portai via se non alcune serie (di recupero) di cassette con corsi linguistici. Mi portai via altresì un registratore a cassette UHER che in Russia si guastò definitivamente, lasciandomi senza nulla. La comunità don Bosco dell’UPS, alla mia partenza per la Russia, mi regalò un radio registratore portatile, abbastanza ingombrante che non avrei voluto e che mi spedirono poi in Russia. Per sdoganarlo furono pagate cifre inadeguate al valore oggettivo.

L’esperienza più interessante di tutto il lavoro fatto nel settore musicale furono i contatti con tanti studi di registrazione, tecnici, musicisti, corali.

Tabarelli, GiuseppeRuaro, SerenoBaresi, Valerio
Giovani in festa : canti per la preghiera [testi e musica] / a cura di Valerio Baresi, Sereno Ruaro, Giuseppe Tabarelli
Pratico manuale tascabile  in due formati (musica e solo testo), nel testo con la musica si trovano le indicazioni di autori, edizioni discografiche, indicazioni degli accordi, tabelle dei ritmi e degli accordi, suggerimenti per l’utilizzo dei canti, indicazioni dei riferimenti scritturistici, schema liturgico delle celebrazioni.

Produzione musicale

Per le registrazioni mi valsi della mia pratica esperienza presso grandi studi di registrazione professionisti come la Fonit Cetra o la Feeling Record di Torino, la Mondial Sound di Milano, ma anche di altri studi di Roma, Sermide (MN), Catania o Bari. Non poche furono anche le registrazioni dal vivo fatte con lo studio mobile e l’assistenza del mio collega Renato Campajola (di Ivrea).
Non voglio dimenticare tra le registrazioni per uso liturgico la serie di cassette super 8 e poi di cassette normali prodotte per diverse ditte che curavano gli impianti fonici delle chiese e proponevano, su richiesta dei parroci, anche un sussidio didattico di sostegno per i canti liturgici per le cerimonie in mancanza di organista[1]. Non tutte le chiese avevano un organo o un organista che desse solennità e dignità alle cerimonie liturgiche, come matrimoni, funerali, o anche momenti di preghiera, ma la tecnologia veniva incontro con la musica, canti registrati o brani di musica organistica. Il sussidio era utile per insegnare i canti, per accompagnarli, per sottofondi che creavano una piacevole atmosfera. A chi mi rimproverava per questo sussidio, dicevo che invece di contrastarlo, era meglio insegnare ad usarlo con discrezione e con criterio.

[1] Questo sussidio prevedeva canto e accompagnamento organistico su piste separate bilanciabili in modo da essere usato sia a scopo didattico che a sostegno del canto in mancanza di un organista. Diversi anni dopo, nel 2011, ebbi la sorpresa di scoprire in una chiesa di Guidonia, vicino a Roma, un impianto che utilizzava le cassette preparate da me venticinque anni prima.

La produzione musicale che ho curato alla LDC era molto varia e rivolta principalmente al settore liturgico e anche ricreativo come sussidio per l’animazione. Perlopiù le registrazioni avvenivano in studi professionali: a Torino, ma anche altrove: Milano, Bari, Catania, ecc. Altre registrazioni venivano fatte dal vivo come per esempio le riprese dei cori. Ricordo alcune produzioni significative: la serie di 11 dischi di Forza ragazzi e i 10 dischi o cassette dei canti della Casa del Padre. Di essa portai a termine la prima edizione e nel 1985-86 curai interamente l’organizzazione, la registrazione, i mixaggi ecc. della seconda edizione. Si trattava di 550 canti per registrare i quali mi sono servito di 18 corali. A parte avevamo registrato la base organistica sulla quale abbiamo mixato poi la parte cantata. La terza edizione, con criteri diversi, venne approntata nel 1998.
Quando lasciai la LDC nel 1986 il settore musicale era ormai bene impostato e aveva un suo catalogo dignitoso e ben fornito.

Nella casa del Padre

La famiglia cristiana nella casa del Padre

Mestre: si registra coro per la “Casa del Padre”

L’impresa più impegnativa del mio periodo come tecnico audio, fu la registrazione di oltre 550 pezzi della raccolta di canti liturgici “La famiglia cristiana nella casa del Padre”. L’intera opera venne organizzativamente portata avanti da me: ricerca dei cori dai quali mi facevo inviare delle cassette di prova. Ascolto dei provini e scelta dei cori. Distribuzione del materiale musicale in base alla capacità e al numero dei componenti del coro; contratto per la registrazione, basato sui minuti di registrazione. Per questo tutte le basi musicali erano cronometrate. Registrazione delle basi organistiche di tutti i pezzi fatte parte a Torino-Crocetta e parte a Udine con la collaborazione di d. Antonio Fant e d. Dusan Stefani. Montaggio dei brani organistici e distribuzione dei medesimi in cassetta ai cori. Fissato un calendario per le registrazioni sul posto con la collaborazione tecnica di Renato Campajola e assistenza musicale di Antonio Fant. Le spedizioni duravano almeno tre giorni e si cercava di combinare più cori, trovandosi in zone vicine: 4 cori nel Vicentino, due in Trentino, due in Friuli e due cori a Torino. Versione e mixaggio delle registrazioni e assemblaggio dei pezzi suddivisi complessivamente in 20 cassette.

Cover della raccolta di canti

Ogni spesa veniva accuratamente registrata: contavo anche il metraggio dei nastri utilizzati, i chilometri fatti con la macchina (circa 50.000). Purtroppo non ebbi la soddisfazione di vedere uscire l’opera. Feci ogni sforzo per terminare i mixaggi prima della mia partenza per Roma, ma la fretta e la mancanza di assistenza, suscitarono delle critiche, probabilmente anche interessate, da parte del collaboratore Renato C., che convinse poi la LDC, aggiungendo altre spese, a rifare tutti i mixaggi. La LDC per compensa non fu nemmeno capace di inviarmi copia di omaggio per tante fatiche e sacrifici. Mi inviò un buono per ritirare l’opera presso una filiale di Roma. Non la tenni per me, ma la regalai al Centro audiovisivi dell’UPS.

Musica organistica

Registrazione di concerti di organo

Con le mie attrezzature per la registrazione, riprendevo sovente concerti di organo organizzati in varie chiese di Torino e dintorni dal famoso organista M° Arturo Sacchetti. Nella chiesa esterna dei salesiani della “Crocetta” egli aveva proposto varie serie di concerti che si estendevano nel tempo (uno alla settimana), suonando opere omnia di famosi musici come Bach, Liszt, Buxtehude, Franck, Widor, Brahms, Schumann, Bossi, Perosi, ecc. che io registravo, raccogliendo notevoli repertori di musica organistica. Crebbe l’amicizia con il M° Sacchetti e anche la fiducia che egli riponeva in me, affidandomi queste musiche per edizioni discografiche. Insieme progettavamo e proponevamo diversi filoni: feste liturgiche (Natale, Epifania, Pasqua), organi tipici, autori, chiese, ecc.

L’organo nei secoli

Altra grande iniziativa fu la registrazione e l’edizione di una vera e propria enciclopedia organistica intitolata L’Organo nei secoli. La musica d’organo da Frescobaldi ai nostri giorni. La proposta venne dal M° Sacchetti, nel bel mezzo della sua carriera concertistica. Egli aveva inciso e pubblicato in proprio alcuni dischi: ma offriva a noi la gestione di quei dischi e ci proponeva di organizzare sistematicamente la registrazione e la edizione di una quindicina di album di musica organistica dedicata alle varie scuole e correnti in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania. L’opera venne definendosi strada facendo, mettendo insieme i brani e gli autori, per cui quando lasciai la LDC si prospettavano 23 album, contenenti alcuni un disco solo, altri due o tre dischi. Ogni album era accompagnato da un fascicolo con la presentazione culturale e musicale dell’epoca, accenni alla tradizione liturgica, le scuole organarie con documentazione fotografica, i singoli autori e i pezzi scelti di ogni autore. Gli ultimi tre dischi si fermarono a J.B. Bach e, causa il mio trasferimento a Roma la produzione si interruppe lasciando incompleta l’opera progettata. Quest’opera avrebbe potuto avere un grande successo se la LDC avesse creduto a se stessa. Entrando in possesso di una mole di musica organistica registrata l’editrice avrebbe potuto utilizzarla in tanti modi, essendo proprietaria di esecuzioni originali (edizioni estere o internazionali, sonorizzazioni, diversi assemblaggi ed edizioni di CD-Rom, ecc.). Poteva avere l’esclusiva di un valente organista quale Sacchetti, che contava allora al suo attivo oltre duemilacinquecento concerti e divenuto, in quegli anni tra l’altro, direttore dei programmi musicali della Radio Vaticana.

Altre serie di dischi di musica organistica

Oltre all’opera sonora enciclopedica dell’Organo nei secoli, si stavano profilando e concretizzando altre serie di dischi di musica organistica: uno dedicato a temi liturgici (uscì un album di 2 dischi con musiche natalizie); un’altra serie dedicata agli organi antichi e alle scuole organarie; infine una serie dedicata all’organo come strumento, costruita con gli stessi criteri con cui un maestro israeliano aveva presentato i singoli strumenti dell’orchestra. Questa serie doveva essere didattica, far sentire i vari timbri caratteristici di organi di diverse scuole ed epoche, e sarebbe stata accompagnata da documentazione fotografica (avevamo già iniziato a fare con l’aiuto del mio confratello Emanuele Polato). Ricordo di aver fatto riprese organistiche e fotografiche a Roma nella basilica del Laterano e in Santa Maria in Trastevere. Sarebbe stato molto interessante e un’opera unica al mondo, vendibile ovunque.

Devo dire per la cronaca e per la mia onestà che dell’abbondanza di strumentazione e di materiale (dischi e cassette) che avevo, lasciando la LDC non mi portai via se non alcune serie (di recupero) di cassette con corsi linguistici. Mi portai via altresì un registratore a cassette UHER che in Russia si guastò definitivamente, lasciandomi senza nulla. La comunità don Bosco dell’UPS, alla mia partenza per la Russia, mi regalò un radio registratore portatile, abbastanza ingombrante che non avrei voluto e che mi spedirono poi in Russia. Per sdoganarlo furono pagate cifre inadeguate al valore oggettivo.

L’esperienza più interessante di tutto il lavoro fatto nel settore musicale furono i contatti con tanti studi di registrazione, tecnici, musicisti, corali.

Audiocassette

Un lavoro continuo erano le registrazioni dei commenti alle serie di diapositive che io iniziai a pubblicare in cassette. Una iniziativa innovativa fu l’aver avviato nel 1974-75 la pubblicazione delle cassette sincronizzate per la proiezione automatizzata delle filmine e diapositive. Fino allora si doveva usare il telecomando e si era obbligati (al buio) a seguire il testo illuminandolo con una pila. Alle fiere della Fotokina e della Didacta e da riviste specializzate mi ero documentato bene sui dati tecnici occorrenti per inviare l’impulso al proiettore per il cambio della diapositiva. Avevo analizzato tutti i tipi di proiettori esistenti sul mercato e rivolto la mia domanda sui dati tecnici specifici. Un impulso troppo lungo in alcuni proiettori provocava un passo indietro, quindi la durata e l’intensità dell’impulso (MHz) doveva essere ben calibrata. Avevo scoperto da una ditta inglese un apparecchio per l’emissione degli impulsi per i quali veniva utilizzata la quarta traccia del nastro a cassette largo 3,81 mm. Le cassette stereo utilizzavano la prima e la terza traccia per riprodurre il suono in andata, mentre nel ritorno (lato B) queste tracce corrispondevano alla seconda e quarta. La conclusione era che gli impulsi messi sulla quarta traccia obbligavano ad usare le cassette solamente in un senso. Feci fatica a convincere i miei confratelli ad adottare questo sistema: un solo commento per cassetta. Ritengo di essere stato uno dei primi (se non il primo in assoluto) in Italia a fare questo passo in modo professionale. Anche le edizioni Paoline vennero da me per avere indicazioni e consigli.

Un episodio riguardante questo tipo di produzione mi fece inorgoglire. La ditta Silma-Bosch che produceva proiettori per Super8 aveva presentato un anno alla Fotokina con grande dispendio di spazio e pubblicità una novità assoluta: un proiettore per diapositive che aveva il lettore di cassette incorporato. Chiesi di poter parlare con gli ingegneri che lo avevano progettato e mi informai sui dati tecnici. Feci loro conoscere gli standard che avevo scoperto, presentando la relativa documentazione che non corrispondeva a quella da loro adottata. Ammettendo il loro errore furono costretti a ritirare tutti i loro proiettori che non funzionavano con le nostre cassette. La LDC era tra i maggiori produttori di diapositive e di cassette di sonorizzazione.

Tutta la produzione delle cassette, sia musicali che audio di solo parlato fu condotta interamente da me. Tra le audiocassette ricordo le serie di conversazioni di Padre Gasparino su “Il cammino della preghiera”, Il Padre nostro, La Messa, ecc. che ebbero un grande successo. Collaboravo con Radio Incontri di Torino-Rebaudengo e visto le continue richieste di duplicazione di cassette, convinsi la Radio a concederci l’edizione commerciale di queste conversazioni, sia del testo che delle audiocassette. Ricordo la fatica di “ripulire” i nastri per eliminare rumori indesiderati e per regolare le pause, talvolta troppo lunghe o anche inesistenti tra frase e frase. In conversazioni di 10-15 minuti arrivavo a fare sul nastro anche trecento tagli. Mi costava molta attenzione e pazienza, ma sapevo che facevo un servizio al destinatario rendendogli piacevole l’ascolto.

Le comunicazioni sociali

Le comunicazioni sociali e animazione socio-culturale

Durante gli anni passati alla LDC fui anche nominato incaricato ispettoriale delle comunicazioni sociali. Un paio di volte all’anno ci incontravamo tutti i delegati delle varie ispettorie in una sede particolare (Roma, Firenze, Milano, ecc.) per comunicazioni e programmazioni. Quasi sempre c’era anche l’approfondimento di un tema particolare. A dir la verità, pur lavorando nel campo della comunicazione sociale, non trovavo molte possibilità di influenzare i confratelli della mia ispettoria. In altre funzionavano molto bene i cinecircoli con attività di cineforum. Una attività che ritengo di notevole significato e che ha avuto un certo successo, fu l’aver dato inizio ad un corso di formazione degli animatori di estate ragazzi. Oltre che della competenza specifica, mi aiutò anche la mia esperienza scout. La prima volta lo organizzai presso i Giuseppini di Cascine Vica ed ebbi 180 presenze. Da ogni oratorio o parrocchia veniva un piccolo gruppo che si divideva tra le varie specializzazioni per essere poi complementari. Si faceva scuola a gruppi e ogni gruppo doveva specializzarsi in una tecnica (animazione musicale, danza, giochi, pittura, cartellonistica, audiovisivi, ecc.). Come collaboratori invitai diversi capi scout esperti in animazione.

 

 

Relazioni internazionali

Le relazioni internazionali

Come ho accennato sopra, molte volte ho usufruito della mia conoscenza di lingue per fare il traduttore di libri, ma anche nella traduzione di lettere e nella corrispondenza estera. Ogni anno la LDC partecipava come espositore alla fiera internazionale del libro a Francoforte (Buchmesse). Là ci accoglieva con molta ospitalità e gioia il nostro amico ed ex salesiano don Silvio Baitieri che ci trattava con gentilezza di mamma non lasciandoci mancare nulla. Io ci andai almeno una ventina di volte, perché incominciai da quando fui alla LDC per la prima volta, nel 1966. Data la timidezza e la non conoscenza di lingue del direttore editoriale, prendevo io il contatto con diverse editrici, riuscendo poi a combinare delle edizioni di traduzione.

Ogni due anni i tecnici del laboratorio andavano a vedere un’altra fiera importante per il loro settore: la Fotokina, fiera mondiale della foto-cine-ottica che veniva organizzata a Colonia. Qui inizialmente ci ospitava la casa ispettoriale e in seguito la comunità salesiana italiana. In queste fiere si facevano tante conoscenze che si rinnovavano poi ogni volta e talvolta avevano anche sbocchi nella corrispondenza. Personalmente insistevo perché la corrispondenza estera venisse fatta in lingua per facilitare il cliente e soprattutto con stile familiare e non freddamente commerciale.

Una relazione la voglio raccontare. Il rappresentante di macchine di sviluppo fotografico, con quale dovevamo avere rapporti continui, aveva una moglie carina, di origine cecoslovacca, ma atea. Quando parlava con me, voleva sempre farmi domande sulla religione. Una volta i due coniugi vennero a Leumann e mi invitarono a pranzo in un ristorante perché volevano rivolgermi molte domande appunto su argomenti religiosi e di educazione dei figli. Lui era protestante, ma era anche interessato alla educazione dei loro figli.

Passato a Roma, e iniziato il lavoro di automazione della biblioteca con Aleph, ebbi molti altri rapporti internazionali. Ogni anno gli utenti di Aleph si trovavano in una nazione per discutere dei propri problemi, sviluppo del programma, esigenze di modifiche ecc. Fui così a Ginevra, a Copenaghen, a Praga, Budapest, Madrid e ovviamente un paio di volte in Israele a Tel Aviv. Tra i vari utenti di Aleph si era formata una certa familiarità e confidenza. Avevo così vari amici e conoscenti nei vari paesi.

Formazione permanente

La formazione permanente

Nel 1983, dopo anni di intenso lavoro, mi sentivo stanco anche per problemi di relazione e tensioni. Aderii alla proposta di partecipare ad un corso di formazione permanente che veniva offerto a salesiani troppo impegnati nel lavoro. Erano tre mesi di sollievo, di riflessione e di approfondimento che in genere venivano trascorsi in diverse località. Mi trovai con una trentina di confratelli, sacerdoti e coadiutori provenienti da tutta l’Italia. Il gruppo era  guidato da don Pasquale Liberatore.

La caratteristica costiera amalfitana

Il primo periodo lo passammo a Pacognano sopra Vico Equense, nella penisola Sorrentina, una magnifica località prospiciente il golfo di Castellamare. Facemmo anzitutto la conoscenza raccontando ognuno la propria vita e le proprie esperienze di lavoro e di vita salesiana. Ciò creò un clima di comunicazione e di famiglia. Venivamo a conoscere non solo confratelli che altrimenti non avremmo mai incontrati, ma anche diverse e svariate realtà salesiane delle ispettorie italiane, con diversissime situazioni di presenze e attività.

Avevamo ogni giorno delle conferenze con degli esperti, di teologia, di spiritualità salesiana, aggiornamenti della vita ecclesiastica. Il tempo veniva integrato in modo piacevole da momenti distensivi con visite culturali e turistiche nei dintorni (Pompei, Napoli, Castellamare, monte Faito, Sorrento, Capri, ecc.).

Il gruppo dei partecipanti alla formazione permanente a Gerusalemme davanti alla moschea della roccia

Il secondo periodo lo trascorremmo in Terrasanta e questo per molti fu l’unica opportunità nella vita. Scoprire e vedere la terra dove Gesù è vissuto e i luoghi nominati dal Vangelo creava una emozione particolare e aiutava a collegare concretamente i luoghi ai fatti narrati nel Vangelo. Eravamo alloggiati nella casa salesiana di Cremisan a sud di Betlemme, sede dello studentato teologico, mentre al Nord pernottammo qualche giorno sul Tabor. Visitammo anche le altre case salesiane di Betlemme e di Nazaret. Ci spingemmo fino al mar Morto (dove ho potuto fare il bagno) e a Qumran. Sono emozioni che restano impresse tutta la vita.

Tornati a Roma visitammo anche la casa Generalizia ed avemmo un incontro con il Rettor Maggiore d. Viganò