Nascita

19 marzo 1941 un mercoledì vengo al mondo a Faedo, un paesino della provincia di Trento, alle 5,30 del mattino. Sono il 7° di dieci fratelli e sorelle. Il primo fratello ELVIO era nato nel 1924, segue REMO nel 1926, ANGELO nel 1928, MARIO nel 1930, EMMA nel 1932. Dopo una tregua di 7 anni riprende la seconda scolta: RITA nel 1939, GIUSEPPE nel 1941, VITTORIA nel 1943, BRUNA nel 1945 e infine VITO nel 1946. In questo ultimo parto la mamma ha rischiato la vita. La levatrice del paese era zia Nani (Anna Calovi), sorella di mia mamma che ha dato 4 figli ai salesiani.

20 marzo 1941 vengo battezzato. I miei padrini sono lo zio Primo Filippi, cognato di mamma, marito di zia Agnese, e Pia Bebber di Mezzolombardo, parente di papà.

La mia riconoscenza è rivolta al Signore che mi ha accolto come Suo figlio, inserito in una famiglia sana, cristiana e praticante, dove ci si vuole bene.

Il paese

Faedo è un piccolo comune montano della provincia di Trento che un tempo aveva attorno a 500 abitanti, ora molto meno, collocato in uno scenario di monti che lo racchiudono da tre lati, lasciando aperto un lato che scende verso la vallata dell’Adige incontrando San Michele all’Adige.

Da San Michele si sale a Faedo tra i vigneti

Da 600 metri, dove è collocato il paesino, fatto di case una attaccata all’altra, la strada, allora non ancora asfaltata, scendeva abbastanza ripida verso la valle, tra una distesa continua di vigneti, ben coltivati, che costituiscono la caratteristica monocultura del paese. Accanto alla strada principale detta “stradone” che in circa 4 Km copriva il dislivello di 400 metri, c’erano diverse scorciatoie che tagliavano ripide quanto mai, tra i campi e i vigneti. Leggi tutto “Il paese”

La mia famiglia

Famiglia al completo nel 1963 in occasione del 40° di matrimonio dei nostri genitori

Una famiglia numerosa la mia e benedetta. Noi figli eravamo suddivisi in due schiere: i cinque grandi, nati a distanza di due anni dal 1924 al 1932, e i cinque piccoli, pure nati a distanza di due anni dal 1939 al 1946. La mia posizione era tra le quattro sorelle, due prima (Emma e Rita) e due dopo di me (Vittoria e Bruna). Chiudeva la serie mio fratello Vito. Così per la mia età non avevo nemmeno compagni di gioco, se non i vicini di casa. Due di loro hanno poi sposato le due mie sorelle più giovani.

Famiglia al completo nel 1987 per festeggiare gli 85 anni di mamma Ester
2016 Fratelli e sorelle con p. Angelo

Di uno dei fratelli più grandi, Angelo, non ho molti ricordi perché entrò in un istituto religioso (la congregazione di Gesù sacerdote, detta poi dei Venturini) nello stesso anno della mia nascita e divenne prete, nel 1955, quando io avevo 14 anni. In tutto questo periodo non tornò mai a casa e le poche volte che andavamo a trovarlo a Trento, ce lo facevano vedere in un alone mistico. Veniva a salutarci anche il loro Fondatore p. Mario Venturini (+1955). Solo dopo molto tempo, poco alla volta potei conoscere meglio mio fratello, nei giorni di vacanza che passavamo fortuitamente assieme per pochi giorni nei mesi estivi. Egli per tutti noi fratelli e sorelle egli era ed è rimasto “padre Angelo”, così lo chiamavano anche i miei genitori. E’ morto nel 2017 in Sicilia, dove ha voluto anche essere sepolto. Leggi tutto “La mia famiglia”

I miei genitori

1973 In abiti da lavoro in atteggiamento spontaneo, ad una passeggiata nel bosco.

I miei genitori erano semplici contadini. Si erano sposati il 15 dicembre 1923. Papà Vittorio (*1897) era di poche parole e di molti fatti, grande lavoratore, abbastanza severo, di sani principi cristiani, molto religioso e osservante: ci teneva che noi andassimo alla messa e ci comportassimo bene. L’educazione ricevuta in famiglia era severa, ma sana. Ricordo un episodio in cui papà si sfuriò contro di me, prendendomi a calci con le scarpe ferrate per il fatto che, oltre a disobbedire (dovevo venire a casa a far preparare il carro per il fieno), mi ero anche fermato lungo la strada a raccogliere noci (rubato!). Quella fu una lezione di fatti e di poche parole. Il papà era stimato nel paese. Dalla testimonianza di un anziano ho saputo che molti ricorrevano a lui per consiglio: egli li riceveva nella stalla, luogo discreto e riscaldato dagli animali.

Mamma in cucina

La mamma Ester (*1902) proveniente da una famiglia molto numerosa, era anch’essa di poche parole, molto laboriosa e riservata. Non ricordo di aver ricevuto molte carezze da piccolo, invece ricordo una vita di lavoro duro e da me un po’ sfaticato nei campi. La mamma era molto più comprensiva e io talvolta la facevo arrabbiare con le mie disobbedienze. Ricordo una volta in cui mi correva dietro brandendo un legno, mentre io svelto facevo il giro attorno alla tavola e poi infilavo la porta della cucina fuggendo via.

Nell’orto vicino a casa (1950?)

Tutti e due i miei genitori erano molto praticanti: la frequenza alla messa non era soltanto domenicale, talvolta, quando potevano, andavano anche nei giorni feriali. Alla domenica dovevamo andare alla “dottrina” che veniva fatta dopo pranzo alle 13 o 14 per gli scolari, mentre gli adulti si fermavano in chiesa alla sera dopo la funzione. Era l’ora in cui noi ragazzi diventavamo padroni del paese deserto, essendo tutti gli adulti in chiesa per l’istruzione religiosa. Leggi tutto “I miei genitori”

Infanzia fino a 10 anni

 

In braccio alla mamma a 1 anno e la sorellina Ri

Non ho molti ricordi della mia prima infanzia, se non quanto sono venuto a sapere dai pochi racconti delle mie sorelle. Sono riuscito però a recuperare alcune poche fotografie dai miei familiari. Forse la prima che deve risalire al mio primo anno di vita (1941) sono in braccio a mamma e mentre la seconda con mia sorella Rita che mi tiene per mano. Nato dopo due sorelle (e poi seguito da altre due) dovevo essere abbastanza birichino e vivace, difficile da controllare.

La mia sorella maggiore, Emma, aveva 9 anni quando sono nato e sovente la mamma mi affidava a lei perché mi sorvegliasse. Emma mi raccontò che mi aveva portato nel cortile della chiesa parrocchiale e io correvo sul muricciolo e, sfuggendole di mano, precipitai di sotto. Per fortuna il muretto dava su una stradina sottostante con una striscia di erba. Non mi feci nulla, però lei fu talmente spaventata che mi riportò subito a casa. Per fortuna ero ancora tutto intero.

Mio fratello Remo nei dintorni di casa con le due sorelle più piccole (Bruna e Vittoria) e l’ometto di 4 anni. Era raro che i tre fratelli più grandi (Elvio, Remo e Mario) si occupassero di noi più piccoli. Loro lavoravano accanto a papà. Diversamente la sorella maggiore  Emma che talvolta doveva fare le veci della la mamma nel seguirci. Angelo andò via da casa nel 1941, entrando dai Venturini e io non ricordo di averlo mai visto in famiglia se non una volta, forse prima che ricevesse la veste talare e poi quando fu ordinato sacerdote nel 1955. Con papà e mamma andavamo talvolta a Trento a trovarlo.

1949: La mia classe alla Prima Comunione con la maestra Anna Calovi

La scuola. Ricordo che andavamo a scuola presto, le lezioni iniziavano alle otto, dopo aver assistito (obbligatoriamente) alla s. messa. Il paese era piccolo e gli scolari non erano molti. Nella mia annata (1941) eravamo in 13 (9 maschi e 4 femmine). La scuola aveva solamente 3 aule pluriclassi. In un’aula c’erano gli scolari di prima e seconda, nella seconda aula quelli di terza e nella terza aula quelli di quarta e di quinta. In Trentino vigevano ancora le leggi austro-ungariche per cui la scuola d’obbligo era di 8 anni. Leggi tutto “Infanzia fino a 10 anni”