Villa Moglia

15 agosto 1957 entro al Noviziato di Villa Moglia, presso Chieri, dopo gli esercizi spirituali predicati alla Crocetta da don Giuseppe Quadrio, docente di teologia e mariologo (di lui, morto a 44 anni, è stata avviata la causa di beatificazione). Dopo gli Esercizi, prima di recarci a Villa Moglia, fummo portati a visitare l’ospedale del Cottolengo. Fui molto colpito dai malati chiamati i “Buoni Figli”, handicappati fisici e mentali. L’impressione che mi rimase vedendoli e le condizioni in cui vivevano mi ha accompagnato per tutta la vita. Sovente ringrazio il buon Dio di avermi fatto nascere normale.
Dopo questa visita, ci incamminammo a piedi verso Villa Moglia. Se ben ricordo

salimmo verso il Pino e di qui proseguimmo scendendo verso la piana di Chieri. Ricordo l’ispettore, che faceva il cammino con noi, il quale ogni tanto tirava manciate di caramelle nei cespugli di rovi per vederci affannati a raccoglierle. Il luogo del noviziato era Villa Moglia, non lontana da Chieri, una villa settecentesca con una cappella gentilizia fornita di grandi quadri e anche di un organo. Qui facevamo le nostre pratiche di pietà: mattino, mezzogiorno (visita al Santissimo e coroncina al Sacro Cuore) e sera. Allora non si usava recitare l’ufficio, ma facevamo altre pratiche di pietà.
Iniziammo il noviziato con il Maestro don Giovanni Ferrero, detto l’orso. Dopo quindici giorni ci fu dato un nuovo maestro proveniente dalla Lombarda, don Emilio Sirio. Giovane, dinamico, aperto, si era riproposto di “svegliarci” un poco dalla “seraficità” con cui ci avevano educati negli aspirantati dell’ispettoria centrale, detta appunto la “serafica”. Ogni giorno c’erano alcune ore di scuola e due conferenze del Maestro sulla vita religiosa e sulla storia e spiritualità salesiana. Eravamo invitati a tenere un diario con il riassunto di queste conferenze. Si studiava un minimo essenziale, un po’ di latino e di greco per non dimenticare, ma principalmente in questo anno si veniva edotti sui principi (spirituali, canonici, salesiani ecc.) riguardanti la vita religiosa e in particolare sulla storia salesiana. Ci consigliavano di leggere almeno un volume delle “Memorie biografiche” di don Bosco e di fare letture ascetiche. Si studiava anche la grammatica gregoriana per il canto nella liturgia. Qualcuno veniva avviato allo studio del pianoforte, mentre i coadiutori avevano una minima possibilità di esercitare il loro mestiere nella piccola tipografia, in campagna o nella officina meccanica.

Dopo il noviziato e un breve periodo passato a Gressoney-Biele, iniziai gli studi filosofici a Foglizzo nel Canavese.