Anno sabbatico

Dopo il colloquio con il Rettor maggiore, che mi concedeva un anno sabbatico, chiesi al superiore del Piemonte se l’anno sabbatico potevo trascorrerlo a Roma per i motivi detti sopra. Non sapendo per ora dove collocarmi, si disse d’accordo e allora mi presentai all’Ispettore dell’Italia Centrale chiedendo se mi permetteva di dimorare al sacro Cuore, vicino alla stazione Termini e anche poco distante dalla Biblioteca nazionale. Lasciai a lui la decisione e mi propose di andare a Castel Gandolfo perché là occorreva un prete per celebrare messe. Accolsi la proposta e il 1° ottobre 2015, accompagnato in furgone da don Suffi, mi trasferii a Castel Gandolfo.
Nella parrocchia pontificia di Castel Gandolfo

Eccomi nella residenza dei papi di Castel Gandolfo, precisamente nella parrocchia gestita dalla comunità dei Salesiani. Mi riceve il direttore don Pietro Diletti e gli altri tre confratelli (D. Gesuino, D. Giorgio e il sig. Pasquale). La chiesa parrocchiale dedicata a s. Tommaso da Villanova si trova alla destra sulla piazza prospiciente il palazzo apostolico e la nostra abitazione nel palazzo accanto alla chiesa. Mi propongono una stanzetta situata dall’altra parte dell’edificio che ha accesso alla terrazza con un magnifico panorama sul lago e sulla parte opposta del lago si vede Rocca di Papa e il monte Cavo.

Il paese
La parte storica del paese è collocata sul costone (alto fino a 400 m) che separa il lago dalla piana che si estende a vista d’occhio fino al mare. Gran parte dell’abitato è occupato dal palazzo apostolico e dalle ville pontificie che si estendono per circa 2,5 km. fino ad Albano. Dal lato verso il lago scende la strada che incontra, a metà costa, la stazione ferroviaria e, raggiunto il lago, prosegue verso sinistra costeggiando il lago per risalire sulla parte opposta verso Rocca di Papa, monte Cavo o verso Nemi.

La parrocchia salesiana
La comunità gestisce tre luoghi di culto: la parrocchia di s. Tommaso (due messe al giorno), la chiesa di Maria Ausiliatrice fatta costruire da Paolo VI nel nuovo quartiere residenziale (messa quotidiana serale) e il santuario della Madonna del lago (messa domenicale).
A me vengono affidate invece due comunità delle FMA: il noviziato internazionale e la casa di Esercizi “Santa Rosa” gestita da alcune suore anziane. Quotidianamente celebro al mattino (ore 7 e 7,30) due messe per le due comunità, poi la mia giornata è libera.
La domenica celebro una messa o in parrocchia o nella chiesa del nuovo quartiere. Ogni settimana vado a fare la spesa con don Gesuino e alla sera preparo la cena per tutta la comunità. Il resto del tempo lo impiego occupandomi del completamento del mio libro sulle lingue, destinato ai bibliotecari. In esso descrivo la storia e faccio una breve presentazione della grammatica di una quarantina di lingue.

Purtroppo, pur avendo di fronte Monte Cavo con tutte le antenne, e nel borgo ci fosse internet gratuito, le comunicazioni erano molto scarse e il lavoro in internet piuttosto difficoltoso. Anche se con fatica riesco a portare avanti il lavoro, ma trovo anche il tempo per curare la mia salute: una serie di applicazioni per la cervicale da un chiropratico e ogni giorno una camminata, scendendo verso il lago e risalendo l’erto sentiero. Sono riuscito anche a fare un paio di volte il giro di 9,5 km attorno al lago.
Con chi veniva a trovarmi mi spostavo fino a Nemi, un paesino caratteristico, come Castel Gandolfo, che si affacciava sul lago omonimo, per visitare il museo delle navi romane sprofondate all’epoca dell’imperatore Caligola. Estratte ingegnosamente dal lago nel 1929 erano state collocate in un museo appositamente costruito per conservarle. Dopo un incendio che le aveva distrutte, ora si potevano vedere dei resti e delle ricostruzioni.
Passando per Genzano, entravo nel cimitero per far visita ai salesiani defunti dell’UPS, sepolti nella tomba della famiglia Iacoangeli. Ebbi anche occasione di visitare la celebre abbazia greca di Grottaferrata.